Medicina Alternativa: numeri in forte crescita a Milano e in tutto il paese

Una recente intervista del quotidiano “La Repubblica” ha messo in evidenza la crescente richiesta da parte dei pazienti di un approccio medico “olistico”. Oggi sono sempre di più le persone che desiderano una medicina moderna, al passo coi tempi, capace di unire la nostra conoscenza medica occidentale con il crescente numero di terapia complementari e alternative praticate in tutto il mondo. Milano è una delle città in cui questo bisogno è oggi più vivace: il numero di medici e operatori di medicine alternative è in con continua crescita nel cuore della metropoli lombarda.

Quanto vengono utilizzate le medicine “alternative”?

Secondo i dati Istat, un paziente su cinque almeno una volta nella vita in Italia si cura con le medicine non convenzionali. Spesso in abbinamento con altre terapie oppure per contrastare – il caso classico è quello dei malati oncologici – gli effetti collaterali di altre terapie. “Il settore è in espansione“, conferma Mara Tognetti, docente della Bicocca dove dirige un master, arrivato alla settima edizione, che forma manager sanitari specializzati proprio in medicine non convenzionali. “Queste discipline vengono scelte – spiega Tognetti – da persone in genere tra i 35 e i 50 anni. La maggior parte ha un grado di istruzione e di reddito medio-alto. Negli ultimi anni, poi, stiamo assistendo anche a un picco inedito, che riguarda i pazienti anziani, dai 65 anni in su”. Che sempre più spesso scelgono queste cure, in parallelo alle terapie più tradizionali.

Sono molti i medici che si occupano di medicina alternativa?

Secondo i registri dell’ordine, l’aumento è di oltre il 180% in 7 anni. Numeri alti, “e oltretutto sottostimati, visto che l’iscrizione a questi albi per ora non è obbligatoria: probabilmente, quindi, i colleghi sono anche di più”, spiega Ugo Tamborini, consigliere dell’ente che rappresenta i 25mila camici bianchi di Milano e provincia.

E’ boom di medici che curano con le medicine alternative: nel 2010 i dottori iscritti nei registri istituiti in quell’anno dall’ordine per monitorare il fenomeno, in anticipo rispetto a gran parte d’Italia, erano 166. Oggi, sono 477: un aumento vertiginoso, e in virtù del quale l’ordine, con la Regione, ha deciso di rivedere il settore. Per adeguarsi a un accordo Stato-Regioni del 2013 e normare il capitolo delle scuole di specializzazione in cui queste discipline vengono insegnate. “Il nostro obiettivo – dice Tamborini – è garantire la professionalità del medico, sia per quanto riguarda la sua formazione sia per l’esercizio del nostro mestiere”. Una sorta di bollino di qualità, insomma.

Boom di medicina alternativa: quali sono i progetti per il futuro?

Immagini tratte dal sito web agopuntura Milano

Un settore in espansione, insomma. E che nel 2013 la conferenza Stato-Regioni ha cercato di regolare stabilendo delle regole precise. Valide per le discipline “alternative” quali l’omeopatia e l’agopuntura, le medicine antroposofica (basata sullo studio del paziente dal punto di vista fisico, spirituale e psichico) e ayurvedica (quella tradizionale indiana), la fitoterapia, l’omotossicologia e la medicina osteopatica. In base all’accordo, che finora è stato recepito da poche regioni (quali Toscana, Puglia e Piemonte), vengono previste delle regole chiare per le scuole che si occupano delle formazione dei medici.

Come il numero di anni – in media, tre – nei quali il corso, riservato ai laureati
in medicina, si deve articolare. E poi il numero di ore di lezioni e di tirocini da fare sul campo. “La Lombardia ha recepito l’accordo nell’autunno del 2016 – spiega Tamborini – . Per questo, nei mesi scorsi è stata creata una commissione, con componenti dell’ordine, della Regione e dell’università, per rivedere tutti coloro che sono già iscritti nei nostri registri, e accreditare le nuove scuole, che contiamo siano operative dal prossimo anno”.